Zio Vanja

 

 

Astrov    Sì… In dieci anni sono diventato un altro uomo. E la causa qual è? Ho faticato troppo, nonna.  Da mattina a sera sempre in piedi, non conosco tregua, e di notte me ne sto sotto la coperta e ho sempre paura che vengano a trascinarmi da qualche malato. In tutto questo tempo, dacché ci conosciamo, non ho avuto una sola giornata libera. Come si fa a non invecchiare? E poi, la vita è già in sé noiosa, stupida, sudicia..
T’inghiottisce, questa vita. Intorno hai soltanto degli strambi, nient’altro che degli esseri strambi; e ci vivi insieme due o tre anni; e, a poco a poco, senza neanche accorgertene, diventi pure tu uno strambo. Destino inevitabile! (Arrotolandosi i lunghi baffi.) Eh, che baffi enormi mi son cresciuti… Baffi stupidi. Sono diventato pure io uno strambo, nonna… Quanto a diventar scemo, ancora non lo sono diventato; Dio misericordioso, il cervello è ancora a posto, ma i sentimenti si sono come intorpiditi. Non voglio nulla, non ho bisogno di nulla, non amo nessuno… Ecco, forse amo te soltanto. (La bacia sulla testa.) Da piccolo avevo anch’io una bambinaia come te.

 

 

 

 

 

 

Anton Cechov, Fabbri Editori,  1985