a mio zio Ante Špehar
 

 

Il racconto di Anton Čechov  La fidanzata è stato scritto nel 1903, ne parlerò brevemente e farò alcuni riferimenti con altri racconti, in particolare con il racconto di Čechov Una storia noiosa

Pare che questo sia l’ultimo racconto scritto da Čechov, come se avesse voluto dare un saluto a questa ragazza trasmettendogli il suo pensiero.
Lo fa attraverso Saša, personaggio che alla fine del racconto morirà di tisi
Nel 1904 Cechov morirà proprio di tisi

Sappiamo che Čechov, pur essendo medico, aveva sempre più o meno consciamente sottovalutato la propria malattia, anche se in una lettera del 1893 scriverà

 

‘Io so che morirò di una malattia della quale non avrò timore’ (1893, lettera a Suvorin)

 

Ho letto che Čechov ha impiegato molto a scrivere questo racconto (scritto più o meno parallelamente a Il giardino dei ciliegi), che l’ha scritto faticosamente, ma a me sembra scritto benissimo; in esso troviamo, come diceva Poe,  la

‘coesione degli effetti e carattere mirato della novella, che necessita di un lavoro di lima dall’inizio alla fine’ (Meletinskij)

 

Esso, come dicevo, permette una lettura continua, tratto che secondo Poe distingueva la forma novella, e nello stesso tempo vi è una unità di effetto..


E’ la storia di Nadja, una ragazza della buona borghesia /nobiltà benestante ma decaduta che sta  per sposarsi.. Vive con la madre e con la nonna in una casa di campagna e sta per sposarsi con Andrej, figlio dell’arciprete locale. Dall’età di 16 anni sognava il matrimonio.
Tutto va come deve andare, ma lei non è felice, ha un disagio, non riesce a dormire..


‘Quando Nadja si svegliò, dovevano essere circa le due del mattino: stava per albeggiare. Da lontano si sentivano i colpi del guardiano notturno. Non aveva più sonno, il letto era troppo molle, scomodo. Come era già successo in altre notti di quel mese di maggio, si mise a sedere sul letto e cominciò a pensare. I pensieri erano sempre gli stessi, inutili, ossessivi: come Andrej Andreič le avesse fatto la corte e la dichiarazione, come lei avesse accettato e avesse cominciato ad apprezzare quell’uomo intelligente e buono. Ma per qualche ragione, ora che mancava meno di un mese al matrimonio, si sentiva inquieta, angosciata, come se l’aspettasse qualcosa di penoso e di incerto’

 


..


 

‘- Dio mio, perché mi sento così angosciata?

Forse succedeva la stessa cosa ad ogni fidanzata prima del matrimonio. Chi lo sa? O erano le parole di Saša? Ma erano anni che Saša le ripeteva, identiche come un libro stampato, e a lei erano sempre sembrate ingenue, strambe. Ma perché non le uscivano dalla testa? Perché?’


 

 

Presso di loro vive Saša, un lontano parente che passava spesso le vacanze o lunghi periodi presso di loro, che è molto malato, e alla fine del racconto morirà..  La madre era una parente della nonna di Nadja, nobile decaduta che ogni tanto chiedeva dei sussidi, e dopo la sua morte la nonna si era occupata degli studi di Saša. Saša andava lì da anni, da anni le ripeteva le stesse cose, ma lei non le sentiva..

 

Ecco come viene presentato Saša:

‘Qualcuno uscì sul terrazzino: era Aleksandr Timofeič, o più semplicemente Saša, un ospite arrivato da mosca dieci giorni prima. La madre di Saša, Mar'ja Pёtrovna, nobile decaduta, vedova, piccola, magrolina, malata, era una lontana parente della nonna e veniva di tanto in tanto a chiedere qualche sussidio. Alla morte della madre, poiché si diceva che Saša fosse un ottimo pittore, la nonna decise di mandarlo a studiare a Mosca. Iscrittosi a una scuola di pittura, la frequentò per quasi quindici anni, ottenne con fatica un diploma della sezione di architettura, ma di architettura non si occupò mai, trovò invece lavoro in una litografia. Era molto malato: quasi ogni estate veniva dalla nonna a curarsi e riposarsi.

Indossava una finanziera abbottonata, un paio di pantaloni di tela grezza, con gli orli consunti, una camicia non stirata: a guardarlo, aveva proprio un'aria malandata. Molto magro, scuro, grande barba, grandi occhi, dita lunghe, sottili: nonostante tutto, un bel tipo. Dagli Šumin  si sentiva come un parente, come a casa sua. La camera dove stava, tutti la chiamavano “la camera di Saša“'

 

..


 

‘- Stare qui da voi mi fa uno strano effetto, non ci sono abituato, - continuò. – Accidenti, ma com’è possibile che nessuno qui faccia mai niente? Sua madre non fa che passeggiare come una principessa, sua nonna, lei, perfino il suo fidanzato Andrej Andreič, state tutto il giorno con le mani in mano.

Nadja aveva sentito le stesse cose l'anno prima, due anni prima, sapeva che Saša non poteva non ragionare che in quel modo, di solito la divertiva, ma quella sera, per qualche ragione, si indispettì.'

 

 

Egli fa notare come a casa sua le domestiche dormivano per terra, nella sporcizia.. ‘Esattamente come vent’anni fa, niente è cambiato. La nonna, dio la benedica, ha la sua età, ma sua madre è colta, parla il francese, si occupa di teatro. Dovrebbe capire certe cose.’

 


I dialoghi in Čechov hanno una grande forza espressiva



‘- Ogni tanto lei dice cose a vanvera, - disse Nadja. – Perché ha parlato del mio Andrej se non lo conosce?
- Il mio Andrej… Se lo tenga da conto, il suo Andrej! A me dispiace solo per lei, per la sua giovinezza sprecata.’

 


Il tutto è inframmezzato da momenti descrittivi, che come accade sovente in Cechov, riflettono lo stato d’animo dei protagonisti


Secondo Tick, la novella deve avere una cesura, un punto a livello di trama che fa cambiare la prospettiva. Questo punto è preceduto da alcuni indizi.
Per me il punto di svolta di questo racconto è quando Nadja cambia la propria vita..
Anche il finale è un momento importante, ma vedo questo momento più come una figura che scivola via..

 


I cambiamenti, in Čechov, si insinuano lentamente
La storia di Čechov de La signora col cagnolino sembrava una storia come le altre..
Ogni disagio dà dei segnali, ad esempio lei non riesce a dormire, e le parole di Saša le suonano diverse. Saša è sempre lo stesso, le sue parole sono le stesse, eppure le arrivano in un modo diverso.
Forse perché lui sta per morire, anche se non lo sapeva e inconsapevolmente si apre una strada, arrivano..

 

Il racconto come dicevo, permette una lettura continua, tratto che secondo Poe distingueva la forma novella, e nello stesso tempo vi è una unità di effetto


Tuttavia vi sono alcuni elementi che fanno pensare al romanzo breve



-Punto di svolta prima della metà:  Ejchenbaum e Poe parlano di un racconto focalizzato sul finale, mentre in questo caso il punto di svolta è prima, circa a metà


-Il racconto inoltre abbraccia un periodo abbastanza ampio della vita della protagonista; è un singolo episodio che ha ripercussioni sulla vita futura.

La stessa frase finale allusiva fa pensare al proseguire della vita.
Nello stesso tempo vi sono altri racconti di Cechov che finiscono senza un ‘vero e proprio finale, ‘in medias res’, come si dice.., in cui non sappiamo cosa accadrà..


-Elementi descrittivi/lirici  rallentano la descrizione
Abbiamo visto come la novella romantica si trasformi così in racconto breve o povest’, in quanto descrizioni, elementi lirici rallentano la narrazione e viene meno la specificità della novella.


‘L’azione lenta e tentennante risponde alla tecnica non della novella, ma del romanzo breve’ (Meletinskij, cit. Ejchembaunm)

D’altra parte, è tipico della novella, dice Meletinskij, non svelare i nessi causa-conseguenza né motivazioni storico sociali tipiche del romanzo realistico.
 

 

 

Accennerò ora a un secondo racconto, Una storia noiosa (1892)


 

Una storia noiosa parla di un professore di medicina di 62 anni, insegnante all’università, rispettato e con onorificenze, che a un certo punto della vita sente non stare bene, stare per morire..
Anche il professore, come Nadja, soffre di insonnia, e riflette sulla propria vita, sente come molti dei rapporti della propria vita, con i familiari, con i colleghi, siano superficiali
Ha una amica, Katja, una protetta, che vede spesso e con la quale ha delle conversazioni
E’ la figlia di un collega oculista morto anni prima, che l’aveva affidata a sette anni alla tutela del professore. Ella vive in sostanza della rendita del padre, e anch’essa è disperata..

 


Vorrei evidenziare alcuni aspetti che in questi casi fanno pensare al racconto romantico

 

-Abbiamo visto come nel romanticismo quello che è per Goethe l’evento inaudito sono situazioni limite, circostanze psicologiche insolite
Il fatto straordinario che porta al cambiamento nasce in un momento limite, che è per il prof il pensiero di morire e per Nadja l’avvicinarsi del matrimonio, che portano al cambiamento interiore

 

-lo spirito d’iniziativa dei personaggi è deformato da varie forze, contraddizioni che riguardano la vita spirituale e culturale, ambientale; forze ambientali o influiscono sull’azione dei personaggi; mondo percepito con maggiore instabilità; ampiezza maggiore


-Azione esterna/interna; punto di svolta, cambiamento che si vede non tanto nell’azione esterna ma nell’animo del protagonista

Le circostanze esterne ambientali sono immutate, ma varia la dimensione interiore dei personaggi

 

 

Composizione


Possiamo parlare di una novella basata sull’intreccio (Ejchembaum), dove l’intreccio è semplice,

debole, lineare, basato su un unico evento principale, con alcuni ‘motivi liberi’, descrizioni e digressioni > tipiche anch’esse del romanticismo
Secondo me si tratta di una fabula semplice con situazione iniziale, collisione e scioglimento/sintesi (Propp)
Volendo ricordare altri elementi della fiaba, si puo’ vedere nella storia un percorso di evoluzione del personaggio di Nadja, e nella figura di Saša un aiutante magico..

 

Tuttavia si potrebbe vedere nel racconto un eco dell’intreccio ad anello, pensando alla frase finale di Cechov, ‘abbandonò per sempre, o almeno così credeva, la sua città’ .

Tema quindi del ripetersi delle cose, l’idea di abbandonare per sempre la casa è in realtà un’illusione, la vita tende a ripetersi..
Ma questo Nadja non lo sapeva, lo percepiamo dalla voce del narratore..
Ho notato che in diverse traduzioni vi è una resa diversa finale..

 

‘lasciò la città: per sempre, come supponeva’


Oppure,  ‘come prevedeva’

 

In queste diverse traduzioni vediamo un diverso emergere del narratore

 

Per quanto riguarda la Componente narrativa, di cui parla Gerard Genette


Tempo, rapporto fra tempo della narrazione e tempo impiegato per leggerla

Nell’ambito dell’ Ordine di disposizione, abbiamo una analessi (breve sintesi della storia di Saša)


Per la Durata (rapporto con il tempo di lettura), forse perché mi è piaciuto molto, trovo che in questo racconto vi sia una distribuzione perfetta dei vari elementi che definiscono il tempo della narrazione descritti da Genette:

esposizione o racconto sommario, pausa descrittiva, scena dialogata, ellissi

 

Vi è una breve ellissi verso la fine, quando Čechov racconta che Nadja era stata via un po’ di tempo (spesso l’esposizione è differita, non qui)

 

 

‘Il giardino era silenzioso, fresco, pieno di ombre scure. Da lontano, da molto lontano, giungeva il gracidio delle rane. Maggio, caro maggio! Si respirava a pieni polmoni, si aveva la sensazione che non qui, ma da qualche altra parte, lontano dalla città, nei campi e nei boschi la primavera aveva cominciato la sua vita segreta, magnifica, fertile, sacra, inaccessibile alla comprensione dell’essere umano. Veniva voglia, chissà perché, di piangere. 

 

 

Come dicevo a volte le descrizioni riflettono lo stato d’animo dei personaggi; una delle cose che ho apprezzato di questo racconto è la solarità; a differenza di altri racconti di Čechov, come Il monaco nero secondo me più cupi, o anche La signora col cagnolino, qui vi è secondo me una apertura

 

Il racconto, verso la fine, corre un po’ velocemente. Un po’ come dice Cechov in questa frase


'All'inizio, quando comincio un racconto, sono disteso e nelle migliori condizioni di spirito, ma quando mi avvicino alla metà, comincio a impaurirmi ed a temere che il racconto sia troppo lungo.. E' per questo che il principio dei miei racconti è sempre molto promettente..  e la fine arriva troppo in fretta..'   (A Čechov, cit in Mirskij, Storia della letteratura russa)

 

Persino le sue parole suonano diverse nella seconda parte,tutto è più distaccato, anche Saša diventa non una silhouette, ma quasi. Ecco una scena; Nadja dopo avere dato gli esami ritorna a trovare la famiglia; sulla strada si ferma a Mosca a salutare Saša, lo trova diverso e si accorge che è malato, forse morirà..

‘Dopodomani me ne vado sul Volga.. e poi a fare una cura di latte fermentato. Voglio proprio vedere se è un toccasana, come dicono. Vado con un amico e sua moglie. La moglie è una persona meravigliosa: cerco in tutti i modi di convincerla a mettersi a studiare. Vorrei che desse una svolta alla sua vita.’

 

Nell’ambito della Frequenza, individuata da Genette, vi sono esempi di narrazione iterativa, frasi che ritornano, vengono riprese imprimendosi maggiormente.

Elementi che ripetono, che ritornano, ad esempio i colpi del guardiano notturno:



‘Da lontano si sentivano i colpi del guardiano notturno..’


‘Il guardiano da tempo non batteva più’

Un altro elemento è la voce di Saša, che  ‘tossiva con la sua voce di basso’


Vi è iterazione non solo nel senso di cose che ritornano, ma nel senso che Cechov riprende date osservazioni, che diventano più rilevanti.. è un tema con variazioni..

 

 

Modo


Per quanto riguarda la prospettiva, il narratore è  esterno al personaggio, ma molto vicino a Nadja, al punto di vista di Nadia, tanto da descrivere a volte i suoi pensieri. Quindi il narratore è esterno, ma vicino a un personaggio.

Anche la malattia di S è vista spesso dagli occhi di Nadja

 

‘Saša, caro – disse – lei è malato!’    

 

‘Sì, sono malato, ma non è una cosa seria..’

 

Vi sono però tratti in cui il narratore emerge, ad esempio nella frase finale prima citate, o in certe descrizioni ad esempio nella descrizione di Saša sopra citata (‘nonostante tutto, un bel tipo’)

 

Nondimeno non possiamo pensare che il narratore fosse lontano da Saša, alcune parole di Saša potrebbero essere quelle dell’autore.
Penso che Saša sia il personaggio in cui Cechov si potrebbe immedesimare, e lo descrive dal punto di vista di Nadja, anche dal punto di vista della malattia, dei sentimenti.. che forse è il modo in cui gli pensava che gli altri vedessero la sua malattia..

 

 

 

I temi, critica alla società (realismo), il progresso
 

 

Vorrei evidenziare degli elementi del realismo

 

-Viene meno l’eccezionale, l’avventuroso ed esso è nella vita quotidiana

-Distanza, seppur minima, fra autore e personaggi

-Quadri di vita quotidiana sottendono ‘critiche’ sulle contraddizioni sociali

 ‘Accadimento di dimensione non ampia, un certo ‘caso’, attraverso cui tuttavia sono visibili la reale vita quotidiana e i modelli socialmente condizionati del comportamento umano’ (Meletinskij)


 

'Sì, è vero... – acconsentì Saša. – A suo modo, è una donna buona e cara, ma... come dire? Questa mattina presto sono passato in cucina: c'erano quattro domestiche che dormivano per terra. Niente letti, solo stracci, puzza, pulci, scarafaggi... Esattamente come vent'anni fa, niente è cambiato.
La nonna, Dio la benedica, ha la sua età, ma sua madre è colta, parla il francese, si occupa di teatro. Dovrebbe capire certe cose.

Quando parlava, Saša allungava davanti al suo interlocutore due dita lunghe e ossute.'

 

 

‘Comunque sia, cara Nadja, non può non rendersi conto di quanto scandaloso, quanto immorale sia il vostro modo di vivere, - continuò Saša. – Se lei, sua madre, la sua cara nonnina non fate niente tutto il giorno, vuol dire che qualcun altro deve lavorare per voi, e che voi sfruttate, consumate la vita altrui. Non è indecente, non è vergognoso?'

 


Le stesse critiche le troviamo, in modo più velato, in Una storia noiosa.

Anche la protetta del professore, Katja, è intrappolata, chiede che fare

 


 ‘- Già.. Che fare? Che cosa risponderle? Sarebbe facile dirle ‘lavora’ o ‘dai le tue ricchezze ai poveri’, ma proprio perché sarebbe facile, non so cosa risponderle.   

Ti sei stancata ancora prima di lottare, sei vittima della tua impotenza, non della lotta.’

 


In questi racconti troviamo la drammaticità della vita umana, persone intrappolate in situazioni da cui non riescono a uscire, come una rete..
Le diverse situazioni e contesti determinano diverse decisioni e scelte di vita (ambiente cui si accennava prima, altro aspetto del realismo; società, rapporti personali influiscono sulle scelte; gli ostacoli delle fiabe sono il mondo reale)

 

 

Questo è espresso secondo me in una frase di un bellissimo e drammatico racconto di Cechov, L’uomo nella fodera

 

 

‘ - Già, proprio così, - ripeté Ivan Ivanyč. – E la nostra vita in città, senza spazio, senza aria, e tutte le inutili carte che scriviamo, e le partite a wint, e tutto il resto, non sono forse fodere anche loro? ‘

 

(L’uomo nella fodera, A Cechov)

 

 

Sia Saša sia il professore pensano qualcosa a proposito del modo di vivere delle persone, ma il loro atteggiamento è molto diverso..
Mentre Saša parla, il professore ha un ritegno.. quel ritegno proprio di Čechov nel non dire alle persone cosa fare..
Questo è un altro aspetto che rileva in questo racconto una differenza da parte di Čechov

 

Il professore non dice alla protetta cosa fare, ma lei forse non vuole davvero cambiare, forse le va bene così..
Mentre Una storia noiosa si chiude con l’incomunicabilità fra i personaggi.. in una scena in cui Katja chiede disperata cosa fare della propria vita..  lui le risponde che sta per morire.. lei non se ne accorge.. e se ne va senza uno sguardo..

 

Direi che in La fidanzata l'incomunicabilità  (presente in altri racconti Cechoviani, vedi ‘Veročka’, ‘La strega’, ‘Uno scherzuccio’ in parte) è superata, si apre fra Šasa e Nadja uno spiraglio, le parole arrivano; sebbene non vi sia fra loro una storia d’amore..
 

‘Saša si mise a ridere, si alzò anche lui e si avviarono insieme verso casa. Alta, bella, slanciata, accanto a lui Nadja sembrava l’incarnazione della salute: lei lo capiva, si sentiva a disagio, provava pena per lui.’

 

 

Tuttavia Nadja è affezionata a Saša, e più volte nel corso del racconto glielo dice

 

 


 

Un’ultima nota riguarda il rapporto di Cechov con il progresso

 

 

‘Anche Saša non dormiva, al piano di sotto. Lo si sentiva tossire. Che persona ingenua, incoerente, pensava Nadja, con i suoi sogni di splendidi giardini, incredibili fontane: eppure nella sua ingenuità, nella sua incoerenza c’era qualcosa di appassionante. E alla sola prospettiva di mettersi a studiare, il cuore le si riempì di gioia, di entusiasmo.’

 

 

Una frase del professore:


Ora esamino me stesso: cosa voglio?

.. Vorrei svegliarmi fra cent’anni e vedere quali progressi ha fatto la scienza. 

 

 

 

 

Cosa ne penserà Čechov ora?

 

 

 

 

 

 

maggio,   2015

 

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