Gogol

 

Gogol-Il mantello

 

 

 

Ma chi potrebbe immaginare che la storia di Akakij Akakievič non finisce qui, che egli era destinato per qualche giorno a una vita clamorosa dopo la  sua morte, quasi in compenso d'un'esistenza oscura?  Eppure così fu, e il nostro umile racconto volge inaspettatamente a un finale dei piu' fantastici.  A Pietroburgo si diffuse a un tratto la voce che presso il ponte Kalinkin, e anche piu' lontano altrove,  compariva di notte uno spettro in vista d'impiegato, il quale cercava  non si sa che mantello rubato,  e con questo preesto ne strappava  d'ogni foggia dalle spalle di chiunque, senza distinzione di grado o di titolo..
Un collega d'ufficio vide coi suoi propri occhi lo spettro e riconobbe in esso alla prima Akakij Akakievič;  ma ciò gli mise un tale spavento addosso, che si buttò a correre a tutte gambe epperò non poté bene rendersi conto della cosa e vide soltanto come quello lo minacciasse col dito da lontano.  Da tutte le parti cominciarono a  piovere denunzie, che i dorsi e le spalle, passi di consiglieri titolari, ma persino di quelli di Corte, erano esposti a solenni raffredddori, per via del sistematico involamento dei mantelli.


 

Nikolaj Gogol',    Il mantello

 

 

 

 

Gogol - Taras bulba

 

 

 

‘gettò un’occhiata ai figli, dai quali avrebbe dovuto così presto separarsi, e nessun pittore avrebbe potuto ritrarre tutta l’intensità del muto dolore che palpitava nei suoi occhi e nelle labbra convulsamente serrate.
Bulba era ostinato e caparbio nelle sue risoluzioni. Era una di quelle nature che potevano nascere soltanto in quel difficile quindicesimo secolo, in quell’angolo d’Europa dove si viveva ancora una vita nomade;  quando tutta la  Russia meridionale, ancora a un grado primitivo di civiltà, abbandonata dai suoi principi, veniva completamente devastata dalle terribili scorrerie dei predoni mongoli;  quando, privato della casa e del focolare, l’uomo divenne intrepido per disperazione, si pianto’ sui resti fumanti della sua casa, in vista dei suoi temibili vicini e del continuo pericolo, e si abituò a guardarli diritto negli occhi, dimenticando che al mondo esiste la paura;
e ne nacquero i Cosacchi, impetuosa, irresistibile manifestazione della natura russa; e quando lungo tutti i guadi dei fiumi, lungo le rive in dolce pendio, nei luoghi piu’ adatti e piu’ comodi si installarono i  Cosacchi in tal numero che nessuno avrebbe potuto contarli,  tanto che i piu’ coraggiosi tra loro erano nel vero quando risposero al sultano, che voleva sapere il loro numero: “E chi lo sa quanti sono!  Tutta la steppa ne è piena! Dietro ogni collinetta si nasconde un Cosacco.” ..una grande fiammata che la scintilla della sventura seppe suscitare nell’anima popolare.

 

 

 

Nikolaj Gogol',   Taras Bulba